Bianchi, neri e…aragosta!
E così anche questa estate sta volgendo al termine. Si rientra mestamente in città, si ricomincia a lavorare.
Il caldo torrido, pesante e appiccicoso si è fatto sentire ad ondate sin dalla fine di giugno, con picchi di 42°-44° all’ombra. Unica soluzione per la sopravvivenza: andare al mare a rinfrescarsi un poco.
Ma mare vuol dire anche sole e abbronzatura…almeno per la maggior parte della gente.
E infatti già dai primi di luglio si sono incominciate a vedere per strada abbronzature improbabili di vario genere: il famoso tipo da “muratore” con parte superiore integrale, il tipo “prima uscita stagionale” con spalle sui toni del rosso Valentino, l’abbronzatura da “guidatore”, ossia braccio sinistro nero e tutto il resto bianco nella norma, poi c’è la classica “aragosta” parlante e c’è il tipo “dorato/uniforme” che caratterizza tutte quelle persone che hanno una grande facilità ad abbronzarsi. Nel giro di poche ore la loro pelle passa dal dorato intenso al nero.
Oggi comunque la persona meno abbronzata in città ha più o meno il colorito di James Brown.
Poi ci sono io.
Il problema si ripresenta puntuale come un orologio svizzero ogni santo anno e non c’è modo di evitarlo: la mia pelle è bianca, e quando dico bianca intendo veramente bianca!
Bianchissima. Quel bianco che è simile al candeggio e che tutti guardano con una certa circospezione. Continua »
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