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venerdì 29 mar

Archivio per la categoria 'Il meglio di'

  • Grammatica siciliana

    Grammatica siciliana ter

    Prima di salutare Rosalio e suoi lettori per staccare la famosa “spina” e andare in vacanza per un mesetto, come deformazione professionale mi suggerisce, vi voglio lasciare i compiti per le vacanze. Roba facile, giuro.
    Partendo sempre dal principio che non c’è due senza tre, questo pezzo si intitola grammatica siciliana ter perché non si finisce mai di investigare questa lingua misteriosa. Stavolta però mi soffermo sul rapporto tra siciliani e lingue straniere.
    Il siciliano è uno tosto, non si arrende. Se non riesce a pronunciare la parola la sicilianizza, ma non demorde. Nella mia famiglia è tradizione: mio nonno era convinto che per andare da Messina a Reggio Calabria si usasse il ferrabotto (ferryboat=traghetto). Ma non c’è bisogno di andare così lontano. Per esempio, quest’anno in fiera una signora mi chiese: signorina me lo da un devian della radio? Posto che depliant della radio non ne abbiamo (chi c’avissimo a miettiri ‘a fotografia r’u giradischi?) la signora non ebbe neanche un minimo di tentennamento. Come un tizio che raccomandava a un altro no, non ti preoccupare non è cosa elegante, non è cunto che ci dobbiamo mettere lo smog, come può pure capitare di avere bisogno di prelevare contanti al bancomarchet o di fumare fili morri gialle o, meglio ancora, di indossare un giubbotto che è duble fass. Continua »

    Il meglio di, Palermo, Sicilia
  • Palermo is burning!

    ”Palermo is burning”

    Qualche settimana fa quelli de il deboscio hanno messo in rete un pezzo con base dance e voce sintetica che ripete una serie di frasi tipiche di una ventunenne “fighetta” milanese, della sua vita e dei suoi divertimenti. Si chiama Frangetta ma è nota anche come Milano is burning. Linus di Radio Deejay ha subito colto la potenzialità-tormentone del pezzo, l’ha trasmesso in Deejay chiama Italia, il pezzo è finito sul sito e il passaparola è diventato più veloce. Linus ha invitato a realizzare altre versioni “localizzate” e sul sito di Radio Deejay ci sono già quelle di Bergamo e di Bologna.

    Darietto, che fa il deejay, mi ha proposto ancora prima del contest su deejay.it la versione palermitana, chiedendomi se potevamo metterla a disposizione su Rosalio: è nata così Palermo is burning! Simona Cerami, palermitana che studia lingue, ha scritto il testo (esilarante!) e ha ripetuto le frasi tipiche della “frangetta” palermitana con un accento…molto evidente! Pronciuuuu!

    Scarica Palermo is burning.

    Potrete ascoltare il pezzo anche su Radio Time, in particolare in Divieto di siesta con Natale Schiera e Franz, ma pare che oggi passerà anche su Radio Deejay.

    Mai avrei pensato che a 31 anni sarei stato io a prendere per il culo in questo modo le ventunenni e non viceversa. Rosalio ne sta combinando un’altra delle sue, statene certi.

    Buon divertimento!

    AGGIORNAMENTO: a meno di due giorni dalla pubblicazione Palermo is burning è già stata scaricata più di duemila volte… Continua »

    Il meglio di, Palermo, Rosalio
  • Grammatica siciliana

    Grammatica siciliana bis

    Il mio primo pezzo su Rosalio si intitolava Grammatica siciliana e, allora come adesso, mi diverto a scoprire norme e regole sempre nuove. E il continuo contatto con il dialetto mi porta a “teorizzarle”. Ho scoperto di recente, per esempio, l’assenza del tempo presente del modo congiuntivo. Esiste l’imperfetto (putissi arricchiri), in rari casi il trapassato (si l’avissi saputu prima!) ma non vi è traccia del presente. Anzi il presente viene fuori ma all’indicativo in estremi tentativi di traduzione usati quando il palermitano vuole fare il fino. Queste occasioni sono riservate ai convenevoli e alle formule di cortesia. Tratterebbesi, infatti di congiuntivo esortativo.
    Facciamo degli esempi:

    • Quando si invita qualcuno ad entrare si dice “trasissi” che nella formula cortese diventa “prego, prego, entra” (indic. Pres. 3°p.sing). Continua »
    Il meglio di, Palermo, Sicilia
  • Kevin

    I nomi a capriccio

    Certe volte ci penso e penso che poteva andarmi peggio…mi chiamo Maria, ma avrei dovuto chiamarmi Maria Catena, come mia nonna, che poi rispose al nome di Maricatina tutta la vita, anzi per la precisione, era Donna Maricatina. Poi, per mia fortuna, mia madre ebbe uno sprazzo di modernità e insistette affinché mi chiamassi solo Maria. Di lusso mi andò. Ho rischiato di essere chiamata con qualche diminutivo tipo Lello o Gerry o Rino da Calogero, Fony da Filippo (ma non è meglio Filippo?) Nerina da Venera, Melo/a da Carmelo/a, Sino da Accursio…quale avrebbe potuto essere per Catena? Tena, forse, come i pannolini per signore avanti negli anni.
    Ma erano altri tempi allora. Era quasi legge: i primi due figli dovevano portare i nomi dei nonni paterni. Qualunque fossero. Oggi non usa più. Anzi. Da una quindicina d’anni è invalso l’uso dei cosiddetti NOMI A CAPRICCIO. Cosiddetti da una mia vecchia vicina di casa che non si dava pace. Lei si chiamava Rosa, ma la sua nipotina si chiamò Noemi. Passò il resto dei suoi giorni a chiamarla Curò e si lamentava “Ora, dico io, Rosa chi è nome lariu? No, megghiu ddu nuomi a capriccio”. Da cui la definizione. Continua »

    Il meglio di, Palermo, Sicilia
  • Villa Alliata di Pietratagliata

    Fantasmi a Palermo

    C’è chi li vede, chi ne avverte solo la presenza, chi vorrebbe tanto incontrarli anche solo in sogno e chi al solo sentirli nominare si mette a ridere. Ci sono poi quelli che proprio non si capacitano: è mai possibile che nel 2006 si discuta ancora sull’esistenza dei fantasmi? Ebbene sì. Come si fa a resistere a questa tentazione, poi, se solo si gira per Palermo e se si parla con i palermitani?
    A me è successo così. Mi sono ritrovata a passeggiare davanti il Teatro Massimo e ho sentito raccontare la storia dello spirito della monaca che continua a vagare per le sue stanze, poi quella della casa “infestata” di Mondello, abitata probabilmente dalla presenza dispettosa di una donna che continua a infastidire chiunque lì dentro dimori più di tre giorni, poi ancora quella del castellotto del principe Raniero Alliata di Pietratagliata, in via Serradifalco 113: dicono che se si getta della carta nel camino abbandonato da anni, misteriosamente arrivino le fiamme a distruggerla. Esiste, insomma, un vero e proprio itinerario alla scoperta delle “case degli spiriti”. Palazzi storici o semplici case, rientra nel giro anche il teatro Massimo, senza dimenticare le abitazioni date in affitto agli studenti. Continua »

    Il meglio di, Palermo
  • Vucciria, omaggio al mercato che muore

    Piazza Garraffello oggi
    (foto di Andrea Ardizzone)

    Avevo tre anni quando tutta la primavera del 1943 dovetti trascorrerla tra la casa natale e il rifugio antiaereo più vicino. Dove si poteva solo sperare e pregare che il sibilo degli spezzoni incendiari e delle “dirompenti” si spegnesse il più lontano possibile. E fu perciò inevitabile che, con l’unica certezza di quel traumatico passato, la mia idea di futuro nascesse con “connotati” sicuramente più incerti che per gli altri ragazzini che della guerra non sentirono gli scoppi e i lamenti dei feriti. Continua »

    Il meglio di, Palermo
  • Grammatica siciliana

    Grammatica siciliana

    Inauguro il mio esordio su Rosalio, con un argomento che spesso mi è capitato di trattare anche in diretta, in radio e che un po’ mi sta a cuore per deformazione professionale: l’originalità della nostra lingua, il siciliano. Certamente varia e piena di contaminazioni, può essere considerata autonoma e con una grammatica ricca di regole non meno ferree di quelle che possiede l’italiano.

    Tanto per fare un esempio, non esiste il tempo indicativo futuro: diciamo “Vengo domani”, non “Verrò domani”; né, tanto meno, vi è traccia del modo condizionale, esiste solo il super polivalente congiuntivo (“Si avissi i picciuli m’accattassi a machina nova”, da cui tragici tentativi di traduzione “Se avessi i soldi mi comprassi la macchina nuova”). Ma ciò che appare ancora più interessante è l’uso “alla latina” di verbi che, in italiano, sono transitivi e perciò vogliono il complemento oggetto (accusativo in latino) e che (in barba all’evoluzione linguistica, in barba ai normanni, agli arabi, agli spagnoli, che pure hanno lasciato numerose tracce anche nel nostro dialetto) in siciliano diventano intransitivi e reggono il complemento di termine (dativo in latino). Continua »

    Il meglio di, Palermo, Sicilia
  • Little Italy

    Carissimo fratello Salvatore (n.1)

    Carissimo fratello Salvatore,
    non ci sentiamo da quando siete tornati a New York. Qui, caro fratello mio, sembra che siamo sempre a un punto. L’inverno è venuto a strasatto, fino a due giorni prima avevamo le magliettine e ora abbiamo i cappotti. Menze stagioni addio, caro fratello. Oggi all’anno c’è stata la neve a monte Cuccio per due mesi. Capaci che quest’anno di nuovo. Ma quando ti scrivo che siamo sempre a un punto non mi riferisco al tempo che quello uno si commogghia ed è fatta. Dice che Palermo è europea ma certo è che succedono cose che proprio uno dice: ma può essere mai che non ci fidiamo a essere un poco più migliori? Continua »

    Il meglio di, Palermo
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