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Sito: http://dizionarioperintroversi.wordpress.com/

e-mail: nicola_pizzolato@hotmail.com

Biografia: Nicola Pizzolato vive, scrive e insegna a Londra dal 2007. È autore del blog Dizionario di Inglese per introversi.

Nicola Pizzolato
  • L’uomo invisibile

    A Palermo, in sella al mia bici, sono l’uomo invisibile.

    La donna di mezz’età in una “Lupo” fresca di concessionaria che svolta tagliandomi la strada; l’autobus che mi costringe a stringermi sulla destra facendomi sfiorare il marciapiede con un pedale; il ragazzo dell’auto posteggiata che apre di botto lo sportello, invitandomi così a entrare nell’abitacolo con tutta la bici… Non sono invisibile perché ho poteri sovrannaturali, è che proprio non mi vedono.

    Vado in bici da quando sono tornato ad abitare a Palermo. In altre città europee attraversare la città pedalando può essere un’esperienza rilassante, qui ci vuole caparbietà. Innanzitutto, in quattro anni ho cambiato, per forza maggiore, quattro bici e altrettante catene e lucchetti. Una, nuova fiammante, che aveva le borse di cuoio laterali è durata soltanto due mesi. Ora vado, di proposito, in giro con questa, ma molti mi hanno detto che comunque “per quanto vecchia è, te la fottono lo stesso”. Continua »

    Palermo
  • Istantanea dal Sahara

    Stamattina Dio si è lavato i capelli e per asciugarsi ha acceso lo scirocco.

    È così che lo sento alle sette meno dieci – mi alzo presto io – quando apro la finestra della cucina. È come se ci fosse uno là fuori con un asciugacapelli accesso, però di grandi dimensioni.

    Qui a questo tempo ci siamo abituati, ma non mi ricordo l’ultima volta in cui camminando per strada, controvento, mi sono bruciati gli occhi. Alle sette e mezzo sono per la via dell’asilo con mia figlia che frigge sul passeggino. Per le strade incontro gente stranita. Gli ambulanti di via Sant’Agostino montano le bancarelle con qualche esitazione. Ammutolito dal caldo in quell’ora in cui ancora di solito c’è frescura, un venditore locale allarga le braccia a uno cinese, il quale sorride abbassando la testa. Non è soltanto un gap linguistico, è che con questo caldo non c’è proprio niente da dire. Continua »

    Palermo
  • Lavoratori autonomi

    All’inizio c’era solo Robert. Poi si unì Johnny, infine Akinwa.

    Robert ha spesso un maglione verde di buona fattura, una camicia stirata, jeans, scarpe di cuoio. Sembra un’impiegato o uno studente di un college americano. Lavora di buona lena, dalla mattina alla sera e guadagna monete sonanti, anche se di piccolo taglio.

    Il lavoro se lo è inventato lui, forse l’ha copiato da qualcuno da qualche altra parte, ma all’ipermercato della grande Piazza è stato il primo.

    Poco dopo che i cassieri passano il badge, arriva anche lui e si sistema, con il loro consenso, alla fine del bancone della cassa, dove si raccolgono i prodotti acquistati dopo che l’impiegato ne ha scansionato il codice a barre. Con calma e metodo Robert li mette nei sacchetti. Li sistema per tipo (i generi deperibili, quelli a lunga conservazione, i detersivi), ingombro e peso (non bisogna superare un certo limite o il sacchetto si rompe). È attento alle priorità, per esempio non mette mai la bottiglia di olio sopra le uova, altrimenti si rompono. Come capita a me. Continua »

    Ospiti
  • Palermo: difetto di memoria?

    Palermo: difetto di memoria?

    Siamo andati a rintracciare la memoria pubblica, ufficiale, inscritta nelle lapidi (quando esistono), e la memoria individuale, “locale”, di alcune delle vittime della mafia negli ultimi trent’anni, nei luoghi dove sono stati compiuti gli omicidi.

    Segnando con un puntino rosso su una piantina tutte le uccisioni e unendo idealmente tali punti si disegnerebbe una topografia alternativa della città, funesta e dolorosa, e una storia parallela degli ultimi trent’anni, che non si ricorda, non si vuole ricordare o si ricorda da soli, nel silenzio. Continua »

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  • Quelli di Bensonhurst

    A molte leghe da Manhattan, dopo una crociera sulla linea M della metropolitana, dopo aver attraversato binari sopraelevati coperti di graffiti, un quartiere interamento cinese e uno animato solo da ebrei fondamentalisti, scendo alla fermata della diciottesima avenue e mi ritrovo a Bensonhurst, Brooklyn. Esco dalla stazione e vengo accolto da una sfuriata di clacson di poche auto bloccate in un mini ingorgo. La cosa mi suona familiare, e, d’altronde, è per questa ragione che mi trovo qui, per cercare quello che mi è familiare, ma che qui potrebbe essere un po’ diverso.

    Sono, per così dire, inviato da Rosalio a cercare i palermitani di New York, quelli veri, non quelli finti di Mulberry Street, nella cosiddetta Little Italy, che sono più americani del tacchino del giorno del Ringraziamento, è che non sanno più nemmeno parlare la nostra (sicula) lingua madre. Mi inoltro un po’ a caso per Bensonhurst, anche se tutto quello che c’è di importante si trova sulla strada principale, la diciottesima appunto. Vorrei entrare in molti posti, ma sono tutti strettamente riservati ai soci, mi incuriosice per esempio il club della Congrega di San Vito di Ciminna, o quello de I figli di Sciacca, mi chiedo se i soci debbano essere originari dei rispettivi paesi e quanti ve ne siano da queste parti.

    Mi tocca camminare un po’ per arrivare all’associazione più famosa da queste parti, la Society of Santa Rosalia, che organizza ogni settembre il Festino della Santuzza. Il carro attraversa un lungo pezzo della diciottesima e si ferma solo all’incrocio con la 53esima quando inizia la zona degli ebrei sefarditi. I siciliani accorrono da tutta New York per vedere il Festino, che loro chiamano semplicemente “the Feast”. Continua »

    Ospiti
  • Arrivi e partenze: l’aeroporto di Palermo

    Marc Augè include tra i “non-luoghi”, quegli spazi della postmodernità “che non creano identità, non costruiscono relazioni, non si integrano con il passato”. Tra essi, oltre agli gli ipermercati alle autostrade e a Disneyland, vi include anche gli aeroporti: luoghi di passaggio, di comportamenti codificati, sempre uguali a se stessi.

    Ieri sera, mentre aspettavo alla sezione “arrivi” dell’aeroporto internazionale di Palermo mi veniva da pensare che il famoso antropologo francese, che è stato più volte a Palermo, dovrebbe ripassarci di questi tempi. La sua teoria entrerebbe in crisi.

    Sono le 21.00 e agli “arrivi” si aspettano i voli da Roma, Pantelleria, Milano. La sala è affollata e la gente è ciarlera. Tutti i posti a sedere sono occupati da parenti in attesa, molto spesso anziani. Al bar qualcuno sorseggia flemmaticamente un caffè freddo. Sotto le griglie di uscita dell’area condizionata, insufficiente, si formano cappannelli di uomini che più soffrono il caldo, discuto di ritardi aerei e di sport. C’è ressa sulla barriera che ostacola l’accesso alla sala del ritiro bagagli, delle donne con bambini sono ai primi posti (i bambini seduti sulla barriera o in braccio), mentre da dietro dei colli si allungano per vedere chi è arrivato. Non è la scena che di solito si vede agli aereporti internazionali, dove fuori dalla soglia della dogana stanno ad aspettare autisti di taxi con le facce annoiate e un cartello nella mano con la scritta del cliente da aspettare, di cui non si conoscono i connotati. Qui invece tutti conoscono le facce di quelli che aspettano. “Guarda quello è Francesco – fa una signora a suo marito – mi sembra dimagrito”. Francesco viene da una settimana a Pantelleria (con la Palermo bene?). Continua »

    Palermo
  • Il “luglio nero” a Palermo

    Diciannove anni fa (era luglio), nello Sri Lanka, il governo cingalese, tramite degli sgherri, massacrò migliaia di cittadini Tamil; una sorta di pulizia etnica. In molti fuggirono e tanti presero la via dell’Europa, ma, per qualche ragione che mi è oscura, la maggioranza di questi venne a finire a Palermo.

    Questi i fatti pregressi. Oggi a Palermo ci sono circa cinquemila Tamil; è una comunità numerosa, pacifica e laboriosa. Le sedi centrali delle loro associazioni nazionali si trovano qui. Famosa è la loro devozione a Santa Rosalia. Ormai a fare la classica “acchianata” settembrina a “piedi nudi” in cima al sacro monte sono rimasti soltanto in due gruppi etnici: i palermitani dei quattro mandamenti, contratti dal dolore e con quattro strati di calzette ai piedi, e i Tamil, che per sì per no se la fanno in ginocchio, e con il sorriso in volto. Tuttavia mentre i primi si assottigliano rapidamente, i secondi fanno quattro figli a coppia, tutti belli. Continua »

    Ospiti
  • Adam Smith e il mercato di Ballarò

    Prezzi a Ballarò

    Da molto tempo volevo parlare di Ballarò, il mercato dove vado spesso a fare la spesa, e ogni volta noto sempre qualcosa che cattura la mia attenzione e che mi fa capire qualcosa sulla natura di questa città. Talvolta penso che un mercato così può esistere soltanto a Palermo, ma magari mi sbaglio.

    Non parlerò delle origini storiche e del folklore dei mille colori e sapori etc. Una cosa che mi interessa invece è, per esempio, il funzionamento economico del mercato. Dopo una lunga esperienza e varie riflessioni ho capito che a Ballarò vige un andamento dei prezzi perfettamente dominato dalla mano invisibile. Naturalmente non mi riferisco a quello che un tempo sfilava il portafoglio dalla tasca (ma adesso Ballarò è il mercato più sicuro della città), ma al meccanismo di regolazione dei prezzi teorizzato da Adam Smith. Continua »

    Ospiti
  • “Lavorare giusto, guadagnare bene”. Le elezioni politiche a Palermo

    Lavorare giusto, guadagnare bene

    Questo breve video è il materiale che proponiamo a NessunoTV per il documentario che sta collazionando il regista Stefano Mordini sulle elezioni politiche e che avrà il titolo de “Le mie elezioni”. L’idea è di raccogliere, per la prima volta i contributi “dal basso” di decine di “vloggers” da alcune città italiane facendoli diventare un vero e proprio documentario collettivo. Maurizio Giambalvo, Pietro Mancuso e il sottoscritto, con la collaborazione di Luca Lucchesi e Stefania Artuso, abbiamo curato la parte palermitana. Continua »

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  • Palermo story?

    Da Rosalio apprendo una notizia del dicembre scorso: la Regione Sicilia cofinanzia un film che dovrebbe essere girato da Wim Wenders dal titolo “Palermo story”. Ecco la probabile trama:

    Un americano vola in Italia dopo aver tentato il suicidio, e una volta a Milano si ritrova per caso sul primo treno per il capoluogo siciliano. Arrivato in città si chiude in una pensione del centro storico, senza voler vedere nessuno. Ma poi la tipica “vucciria” dei mercati palermitani lo porta fuori dalla sua stanza d’albergo. L’uomo finisce per esplorare un territorio nuovo e stimolante, finché decide di restare a vivere in Sicilia.

    Sto scrivendo a Wim Wenders (ma devo trovare la sua mail) per cercare di dissuaderlo dal progetto o almeno a modificare i suoi piani, spiegandogli il perché: Continua »

    Palermo
  • Come si scrive un avviso: la lezione del Comune

    Gli avvisi delle amministrazioni pubbliche si devono caratterizzare per chiarezza, semplicità e immediatezza perchè si rivolgono a centinaia di migliaia di persone di diverso grado d’istruzione. Per comunicare le loro stravaganti politiche pubbliche le amministrazioni impiegano braccia rubate alla letteratura, potenziali romanzieri. Sia da esempio in questo campo il Comune di Palermo. Per spiegare l’inesplicabile, la lotta all’inquinamento attraverso la chiusura del traffico nel giorno (la domenica) e l’orario (quello delle partite) in cui statisticamente circolano il minor numero di auto della settimana, ci voleva uno scrittore di talento e un genio della comunicazione (in teoria il blocco sarebbe previsto anche per il lunedì mattina, ma ancora non ha mai avuto luogo). Era difficile, eppure l’hanno trovato. Purtroppo non conosciamo l’identità dell’anonima penna.

    L’avviso, pubblicato sul sito del Comune e diramato alla stampa, è un piccolo gioiello letterario che tocca, in certi passaggi, vette poetiche. Si noti il lessico inventivo in espressioni come “traffico veicolare” per indicare la circolazione delle auto; oppure l’avvertenza che nonostante la lotta allo smog i “velocipedi” (le profane biciclette o si intendeva invece “ciclomotori”?) possono circolare… Continua »

    Palermo
  • La speranza che nasce nelle scuole

    Qualche settimana fa un commentatore di Rosalio diceva che si parla sempre di mafia su queste pagine. A me sembra che se ne sia parlato poco e che noi “autori” (non tutti, ma sicuramente io) abbiamo contribuito a rappresentare una città in cui i cittadini si dedicano soltanto a innocue attività quali mangiare rosticceria, azzuffarsi sugli errori di Zamparini e fare shopping in nuovi megastore, mentre viviamo in un posto dove la politica (nel senso più ampio possibile) e l’economia sono marce dentro, dove migliaia di persone sono condannate alla miseria e all’ignoranza, dove i giusti e gli onesti sono tenuti a bada dalla minaccia di violenza o semplicemente zittiti per sempre. In questa città ad andare per la propria strada, in qualsiasi attività, sia essa commerciale o filantropica, si rischia sempre di finire peggio di come si è iniziato. Continua »

    Palermo
  • Il comma 22 degli asili comunali

    Ieri ho presentato la domanda per iscrivere mia figlia Leyla nell’asilo comunale più vicino a casa mia. Leyla ha solo un mese, ma mi hanno consigliato di farlo subito, perchè per i lattanti ci sono proporzionalmente più posti rispetto alle richieste. Ho saputo dopo che i posti sono solo otto. Riuscire a essere ammessi a un asilo comunale è come vincere un terno al lotto, eppure c’è comunque una retta da pagare e la qualità dei servizi varia da un posto all’altro, passando da uno standard europeo a posti dove scappi a gambe levate nel momento in cui varchi la porta d’entrata (non ho fatto un’indagine scientifica, raccolgo storie da neo-mamme e papà).

    L’ammissione è regolata da un sistema che mi ricorda il paradosso del comma 22. Vengono privilegiati nella graduatoria coloro che hanno un reddito basso. Per esempio, come nel mio caso, le famiglie monoreddito dove gli introiti sono precari e poco sostanziosi. E vengono privilegiate le famiglie in cui entrambi i genitori lavorano, perchè viene loro difficile badare ai bambini. Naturalmente, tali famiglie hanno di solito introiti più sostanziosi. I due criteri quindi si escludono a vicenda. Se uno dei due genitori non ha lavoro dovrà stare col bambino (ma allora come farà a cercarlo il lavoro?), se entrambi lavorano potranno pagarsi un asilo privato. Continua »

    Palermo
  • Precisazioni

    Agenzia Italia (AGI) oggi ha diramato la notizia, ripresa da molti giornali, che a Palermo sono stati sequestrati 1300 kg di pane in vendita per le strade. Per precisione, il corrispondente locale dell’AGI ha aggiunto che i venditori abusivi erano inoltre del tutto sconosciuti al fisco.

    Palermo
  • Seguirà la degustazione

    Oggi mi hanno invitato alla presentazione di un libro, in una libreria. Nell’invito è specificato: “seguirà una degustazione”. Perché se si parla di cultura, deve poi seguire un piccolo rinfresco? Cosa c’entra il mangiare? C’entra. Con quella piccola frase aggiuntiva è scongiurato il rischio di vedere la sala vuota. Per mangiare gratis i palermitani si muovono in massa, a qualunque livello d’istruzione. Avete visto la “festa del pane” in questi giorni? Scendendo da Porta Nuova verso i Quattro Canti nel tardo pomeriggio avrete notato una ressa enorme verso Piazza Bologni. Si ha l’impressione che regalino banconote e invece distribuiscono assaggini di pane e pizza, della stessa taglia di quelli che noi a casa destiniamo alla netturbe dopo un’abbuffata.

    Bisognerebbe indagare l’istinto atavico che spinge il palermitano a palpitare ogni qualvolta può mangiare a sbafo. Sembra che quello che è gratis sia anche più buono. Deve essere un retaggio culturale, la preoccupazione ad accaparrare ogni briciola, di quei nostri antenati che dovevano sgobbare una giornata nel latifondo per guadagnare una pagnotta o forse è l’ansia di non rimanere escluso laddove c’è qualcosa da guadagnare, seppure si tratti di un modesto pasto. Una precisazione che tutti gli organizzatori sanno: la degustazione deve seguire non precedere l’evento. Non è la gratitudine che spingerà il pubblico palermitano a restare in sala ad ascoltare l’autore, ma l’aspettativa di essere saziato.

    Palermo
  • La Spartenza – preview

    Preview pellicole Bordonaro

    “Sono soddisfatto della mia vita passata, un po’ male un po’ bene. Sento il dovere ringraziare Dio ed all’età di 79 anni e 2 mese porto attermini la storia della mia vita passata”.

    Si chiude così il poetico diario di Tommaso Bordonaro nato a Bolognetta all’inizio del Novecento da una famiglia di “bassa contizione povera quasi nella miseria”, primogenito di sette figli maschi che dovranno trovare da vivere in una Sicilia avara di terra e di lavoro. Con una scrittura secca, dolorosa e ibrida, da contadino appena alfabetizzato che mischia genialmente siciliano italiano e inglese, Bordonaro ci ha lasciato un’epica narrazione di lotta per la sopravvivenza, durata una vita intera, in cui ricorrono amore (iniziando da quello della prima moglie: “il mio cuore ne ha amato uno solo cuore, non vuole amarni un altro”) e morte. Nel mezzo di questa lunga esistenza: la “spartenza”, l’emigrazione negli Stati Uniti, espressa nel diario con questo vocabolo che ne sintentizza le due caratteristiche peculiari: la partenza per un nuovo mondo e la divisione dai propri cari e dalla propria terra. Continua »

    Palermo, Sicilia
  • Il “senso predominante” di via Porta di Castro

    Da anni penso che qualcuno dovrebbe scrivere un librettino di emendamenti al Codice della strada in uso a Palermo per i visitatori “continentali” i quali spesso rinunciano a guidare per paura dell’anarchia automobilistica che regna nelle nostra città. In realtà, il nostro traffico è governato da regole ferree (che esploro in parte in un mio altro post e che saranno oggetto di indagine in futuro), ma non sono esattamente quelle del Codice. Inoltre abbiamo inventato fattispecie stradali che si vanno ad aggiungere, complicandole, a quelle già previste dalla legge. Continua »

    Palermo
  • Sala parto: Sicilian style

    L’ostetricia ha fatto passi da gigante da quando le “mammane” controllavano i segreti della nascita e oggi forse la maggior parte dei ginecologi sono uomini, ma vi assicuro che il parto rimane, almeno da queste parti, una questione di donne. Nell’ospedale pubblico dove è nata nostra figlia Leyla è pratica corrente permettere al padre di assistere al parto, e in questo è molto avanti rispetto alla maggior parte nei quali invece è semplicemente una concessione arbitraria del medico responsabile del turno; tuttavia, in tutte le altre fasi del parto il compagno viene di solito escluso. Ma non voglio affatto polemizzare perché in realtà tale partecipazione, che io davo per scontata, non è poi così tanto cercata. Continua »

    Palermo
  • Piazza Bologni, per esempio

    Devo svelare che da settimane Tony Siino insiste affinché scriva qualcosa da “storico” su Rosalio. Ha pure minacciato di cambiarmi il profilo (cioè, non i connotati, solo quelle poche righe che mi identificano) se non lo faccio. La difficoltà sta nel fatto che in ogni luogo di Palermo il passato è profondamente stratificato, puoi togliere un velo e raccontare un episodio, ma per riuscire a coglierne l’identità devi guardare al cambiamento nel tempo, soppesare le trasformazioni e i loro autori, scrivere un saggio insomma, altro che “post”.

    Alcuni, ingenui, pensano che la storia sia una ricostruzione di fatti, ma in realtà lo storico deve eccellere soprattutto in immaginazione se vuole colmare la lacuna fra il presente di un luogo e le sue immagini congelate in documenti d’archivio. Si prenda Piazza Bologni, per esempio. Sono stato sempre colpito dal fatto che lo spazio occupato dall’attuale ammasso di auto parcheggiate che serrano la statua di Carlo V sia descritta nella guida degli atterriti turisti che vi approdano come il “salotto di Palermo”. Continua »

    Palermo
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