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lunedì 6 mag

Risultati della ricerca “Ira”

  • Sabato 10 maggio il Giro d’Italia a Palermo

    Il prossimo 10 maggio, dopo ventidue anni, il Giro d’Italia partirà da Palermo. La cronometro a squadre partirà dal Teatro Politeama e arriverà al Teatro Massimo aggirando Monte Pellegrino, muovendo da via Libertà verso Mondello, poi virando verso il porto sino al Giardino Botanico per rientrare in città per un totale di 28,5 chilometri.

    Il giorno dopo la tappa muoverà da Cefalù per Agrigento.

    Giro d'Italia

    Palermo
  • “I luoghi della creatività”

    “I luoghi della creatività”

    Venerdì mattina si apriranno i lavori della giornata di studio “I luoghi della creatività. Proposte per una rete della cultura e dell’innovazione”. Con questo primo mattone posto sulla strada dell’economia della conoscenza e della creatività, anche Palermo affronta le tematiche che da parecchio tempo ormai, alcune città europee e poche città italiane mostrano di avere ben presenti: la riqualificazione economica e sociale di spazi e attività attraverso la cultura e la produzione creativa.
    A Londra “un nuovo lavoro su cinque è un lavoro creativo” lo dice la London Development Agency e Barcellona ha una storia recente che non c’è bisogno di sciorinare tutta. Ha saputo convertire spazi e attività produttive in produzioni culturali. Senza pastoie burocratiche e con il comune accordo di istituzioni e privati è diventata una città non solo produttiva economicamente ma dove la gente si trasferisce per vivere lavorare. Continua »

    Palermo
  • Capisci d’Internét?

    Ringrazio il cielo di avere finito con l’università. Non che la vita da universitaria non mi piacesse, anzi, credo che sia stato il periodo più felice della mia vita. Quello che assolutamente non rimpiango della mia vita da universitaria è la burocrazia. Le code in segreteria, le tasse da pagare, gli esami da verbalizzare, le ore passate dietro la porta dell’ufficio del prof di turno per ottenere 10 minuti di udienza. Anzi mi reputo una fortunata. Dopo due anni a Palermo ho studiato a Siena e lì tutte queste cose fortunatamente sono state meno traumatiche di quelle affrontate dai miei colleghi universitari palermitani. La prima cosa che mi colpì a Siena fu il fatto che mi dotarono di un tesserino magnetico con il quale, oltre a poter andare a mensa (ricordo che compariva la mia foto digitalizzata sulla cassa nel momento del pagamento) mi permetteva anche di prendere comodamente da alcune macchinette posizionate qui e lì in facoltà i documenti più comuni come il piano di studi, lo storico o i certificati che attestavano la mia appartenenza all’ateneo senese. Ora io non chiedo tanto al nostro magnifico, storico e autorevole ateneo. Ma sarete d’accordo con me nel dire che ci sono alcune piccole e fastidiose, come un mal di denti, contraddizioni. Continua »

    Palermo
  • La saggezza popolare

    Se è vero che nei proverbi risiede la saggezza popolare, allora pure in donna al volante pericolo costante, ci dev’essere un fondo di verità. Care consorelle, prima di scatenare la vostra ira contro di me, proviamo insieme a riflettere con calma. Non essere brave a guidare non è un’onta! Ci sono cose che noi riusciamo a fare meglio degli uomini. Guidare non è tra queste. Semplicemente. Siamo oneste. Le femmine non siamo cosa…o io sono sfortunata. E scarsa. Sfortunata perché su 10 amiche guidatrici una sola, Laura, sa davvero guidare bene. Scarsa perché, di base, potrei anch’io guidare bene, se non fosse che mentre lo faccio ho altre priorità.
    Per chiarezza “categorizzo” pure le guidatrici:
    A. QUELLE CHE C’ABBUTTA. Io per prima, dicevo, potrei impegnarmi, ma mi ritrovo sempre in altre faccende affaccendata: telefono (le migliori sciarre, le più grosse decisioni le ho prese al telefono, in auto), mi sistemo i capelli, faccio la pausa pranzo, bevo (acqua), fumo, cerco il cd giusto (ci sono volte che li cambio con una velocità che i miei colleghi dj manco li vedrei!) certe volte riesco pure a leggere il giornale…va da sé che una cosa sola alla volta riesce bene. E non è mai guidare. Continua »

    Palermo, Sicilia
  • Ecco come (3): agricoltura e zootecnia di qualità

    Oggi disponiamo in abbondanza di prodotti agricoli, magari belli e grandi da vedere, reperibili tutto l’anno dal fruttivendolo, ma che non hanno più l’originario sapore. La mia generazione detiene la memoria di sapori (di frutta, verdura, ortaggi, ma anche della carne, sia bianca che rossa o del pesce non di allevamento) che i nostri figli e nipoti non apprezzeranno mai più e dico “apprezzeranno” perché chi ha avuto la fortuna di provare la differenza sa che siamo oggi più ricchi di prodotti belli come oggetti di plastica, ma poveri di identità di sapore e spesso integrati con i più improbabili additivi chimici.

    Siamo tutti vittime di una planetaria tendenza all’omologazione dei sapori, importati attraverso semi selezionati magari in Olanda o Israele, o attraverso concimi o mangimi di produzione industriale. La memoria dell’originario sapore di una banale salsa di pomodoro o di una ciliegia (che un tempo poteva riservare anche un bruco) è destinata a morire con la mia generazione per lasciare spazio, definitivamente, al gusto agroindustriale omologato, grazie all’uso (e all’abuso) di acqua, fertilizzanti chimici e ormoni (vegetali e animali). A meno che non pretendiamo, come consumatori (e aiutiamo i nostri figli a scoprire), prodotti, forse meno grandi, colorati e belli da vedere, ma saporiti, profumati. Privilegiamo troppo la quantità sulla qualità. Perché paghiamo la frutta e la verdura in base al peso e non in base al sapore, anzi, in base al peso a parità di sapore? Il supremo tribunale per giudicare un cibo è il palato, non la vista. Continua »

    Palermo, Sicilia
  • “I corleonesi non sono tutti uguali” a Corleone

    Oggi a mezzogiorno il sindaco di Corleone Antonino Iannazzo sfilerà insieme agli studenti con una maglietta con la scritta «I corleonesi non sono tutti uguali. Io non voglio essere un mafioso». Parteciperà al corteo anche Daniele Liotti che interpreta il poliziotto Biagio Schirò della fiction di Canale 5 Il capo dei capi.

    L’ultima puntata andrà in onda giovedì prossimo.

    Palermo
  • Che notte, quella notte

    Non oso immaginare. Giuro, non oso immaginare quello che si sarebbe detto e scritto dopo il cappotto di Torino se in panchina al posto del simpatico pelato di Anzio ci fosse ancora l’antipatico musone di Castelfranco Veneto. Perché poi uno si salva sempre con il sorriso, la battuta, l’occhiolino schiacchiato alla giornalista bellona di turno: “E’ stata una serata storta, dimentichiamola e ricominciamo”, ha ammiccato il nostro amico Colantuono. Ci fosse andato in video quell’altro, il ciclista tanto odiato, si sarebbe messo la faccia di circostanza, non avrebbe nascosto la delusione e si sarebbe fatto schifiare ancora di più di quanto i tifosi rosanero (non tutti, ma molti) hanno fatto per due anni e mezzo.
    Perché, diciamolo, noi davanti ai piacioni ci sciogliamo. La serietà ci opprime, meglio farsi una sana risata anche davanti a uno 0-5 che poteva anche essere 0-10, a una notte in cui siamo stati umiliati, a una partita in cui undici giocavano a pallone e gli altri undici sembravano in gita d’istruzione per imparare cosa significa essere una squadra. Provate a pensarci un attimo: Francesco Guidolin che piazza dieci giocatori dietro la linea della palla e il povero Amauri a sbattersi da solo in mezzo a quattro difensori avversari. Provate a immaginare che avrebbero scritto oggi i giornali. E che avrebbero detto le tv locali. “No, non si va a Torino con questo atteggiamento. Contro le grandi devi giocartela altrimenti ti massacrano”. E infatti negli anni passati il Palermo era andato a giocarsela a Milano e Firenze, a Torino, a Roma. E quasi sempre ne era uscito bene, se non benissimo. Adesso abbiamo l’allenatore simpatico, quello che ride e fa bene al cuore. Certo, poi ne prendiamo cinque ma vuoi mettere? Che stiano zitti i nemici della contentezza, tanto alla prossima si vince e tutto è dimenticato. Continua »

    Ghiaccioli...online!
  • Il “serracco” per Catania

    Abbiamo riso insieme per Giovanni Bivona (che presto finirà col suo spot in una mostra a Barcellona) e tanto. Questa settimana vorrei iniziarla con voi ridendo per Silvana Grasso, assessore alla Cultura a Catania, che non esita a usare il “serracco” (?!) per far saltare tutto ciò che impedisce alla città di «vivere solo di museo»…
    Avviate il video, parlarne è inutile. 🙂

    Sicilia
  • I nati attorno al ’60 nel 2007

    Andiamo per i 50 anni ma ci sentiamo di acchianare i mura lisci e di abballare sopra un mattone, siamo arrivati fin qui con l’entusiasmo di un ventenne, ma che dico di più, molto di più, almeno con due entusiasmi.
    Le nostre assemblee di Istituto avevano 800/1000 partecipanti, oggi “costringono” i rappresentanti di classe a fare la presenza in assemblea , che viene concordata con la Presidenza per fare i ponti nel corso dell’anno.
    Le assemblee di Istituto, conquiste nostre, sudate e tribolate, diventate vacanze istituzionalizzate, con buona pace e soddisfazione di tutti.
    I sogni e le aspirazioni spesso velleitarie di tanti anni fa si sono a volte piegati “al peggio non c’è mai fine” e o’ “megghiu ‘u tintu appruvatu ca ‘u tintu ‘a pruvàri”.
    Eppure quella tensione, bipartisan, diciamolo, di quegli anni ha prodotto di certo effetti positivi per la nostra democrazia e il vivere civile, tinto è che ci ha lasciato la vita per situazioni createsi per lotte di potere e che meritano tutto il nostro rispetto senza assurde distinzioni di colore politico. Poteri contrapposti, intrecciati con poteri di affari, con poteri politici sempre più avidi, sempre più ingordi. Questo è il passato, recente, sì, ma passato. Superato e vinto, con fatica, non sconfitto del tutto, vero, ma messo al tappeto da coloro che credono nella democrazia comunque, sia che il voto popolare ti mandi all’opposizione, sia che ti designi a governare.
    Oggi, 2007, fiorisce una coscienza civile che dalle parti nostre pare pensiero novello, proprio come vino che non ha ancora visto botte e dal mosto vivacissimo, eppure messo in commercio, alla portata di tutti. Continua »

    Ospiti
  • Sgomberato ieri Palazzo La Rosa

    È stato sgomberato ieri Palazzo La Rosa in via Alloro, occupato da 20 giorni dai senzacasa. C’erano nove adulti e otto bambini.

    La richiesta era stata inoltrata contestualmente al Questore, al Prefetto, al Procuratore Capo della Repubblica di Palermo e alla Sovrintendenza dei Beni Culturali dal sindaco Cammarata per tutelare la sicurezza degli occupanti, poiché al’interno della struttura esistono ponteggi e attrezzature di cantiere che la rendono pericolosa, e per evitare eventuali danneggiamenti ad un palazzo di grande valore storico e monumentale.

    Il Comitato di lotta per la casa 12 luglio ha diramato un comunicato in cui si afferma che «l’amministrazione Cammarata non è stata in grado di dare soluzioni all’emergenza abitativa, ma risponde con soluzioni di forza e tratta come una questione di ordine pubblico il diritto fondamentale alla casa».

    L’amministrazione comunale ha proposto un contributo straordinario di cinquemila euro a famiglia per provvedere all’affitto di un alloggio ai diciotto nuclei familiari in questo momento ospitati in alberghi della città a spese del Comune.

    Palermo
  • Sdegnu di Sicilia

    I Sud del mondo, forse, non saranno tutti uguali, ma si assomigliano parecchio. Domenica sera, all’Auditorium Parco della Musica di Roma, c’era un’ottima rappresentanza internazionale di “terruna”: dalla Sicilia a Napoli, dal Brasile al Venezuela, dal Sud Africa all’Andalusia. A dirigere il colore di noi meridionali international è stata una maestra d’eccezione: Gal Costa, diva della canzone brasiliana. L’interprete, classe “anta degli anta ma non li dimostro affatto”, si è esibita accompagnata solo dal “Violao”, la chitarra classica, per l’occasione suonata dal bravo Luis Meira. Sono state due ore di voce e di note, indubbiamente noiose se, ad eseguirle, fosse stata un’interprete qualsiasi. C’è stato tanto del nostro Sud tra le atmosfere di Gal Costa – che nello stile e nella volitività ricorda, neanche troppo alla lontana, la nostra infinta Rosa Balistreri (che a lei siano dedicate le migliori note del Paradiso). In Auditorium c’eravamo una buona delegazione di “siculi doc”, da Trapani a Ragusa, passando per i palermitani del Capo, come il mio collega Fofò, che a un certo punto ha commentato: “Azzz, Mariste’, pare di ascoltare un canzoniere siciliano”. Continua »

    Ospiti
  • Basile, un palermitano a “Wine Sicily”

    Il circuito dei Borghi Marinari per la promozione e la protezione del mare debutta in anteprima al Wine Sicily 2007 al Complesso San Pietro a Marsala da oggi a domenica. Il palermitano Gaetano Basile parlerà di tradizioni, usanze e del pesce del Mediterraneo: sarde, acciughe, sgombri, spatole, capuna, vopi, alacce. Seguiranno le degustazioni, accompagnate dai vini di qualità presenti.

    “Wine Sicily”

    Sicilia
  • La mia Sicilia

    Mi ritrovo a las 00:33 a leggere Rosalio in piena Barcelona, ascoltando i Selva del mar e sognando la mia amata Sicilia.
    Questo è “quello che ti può passare” in una città ricca di contraddizioni, dove l’internazionalità è il tuo desayuno quotidiano e dove lo spirito di critica costruttiva ti porta a passare una notte alla Rambla con altri due compagni Siciliani di passaggio.
    Un pacco di sigaretta cada uno non bastano per dire: “si amo alla mia terra, voglio viverci, respirarci e “mangiare” e pensare: “…..cazzo sono a Barcelona e dopo poco più di un mese mi manca così tanto?!”
    Purtroppo la triste realtà del lavoro in Sicilia la si vive come nella cittadina di 100.000 abitanti quale può essere Marsala come a Palermo, che ha lo stesso numero di popolazione di Barcelona (1.500.000 circa), a parte gli stranieri.
    Que pasa?
    È forse la nostra Regione che ci rifiuta e non ci lascia vivere, respirare e “mangiare” nella nostra terra? Continua »

    Ospiti
  • Ecco come (2): riconversione del territorio

    La penosa situazione in cui versa il territorio – specie urbano – siciliano, è sorta e si è manifestata tutta negli ultimi decenni di sviluppo edilizio dissennato. L’edilizia, fino al dopoguerra, quindi persino quella ispirata al razionalismo fascista, era caratterizzata comunque da un senso estetico, era frutto di un disegno progettuale dignitoso: cosa sarà successo nella mente degli amministratori pubblici, architetti, urbanisti e ingegneri del “sacco” di Palermo, Agrigento, ecc.? Chi ha dato loro una laurea? Come ha fatto un territorio naturalmente “bello” ad essere reso “brutto” da troppe ed infelici realizzazioni di professionisti (siciliani, non piemontesi)? Chi ha autorizzato folli volumetrie o quartieri senza un decente disegno urbanistico o adeguati servizi?

    Se il territorio deve diventare una risorsa, non è più tollerabile un suo uso così anarcoide come avvenuto sinora. Il brutto non attira nessuno mentre abbrutisce la vita di chi ci vive. Città, coste, centri storici, paesaggi marini e rurali vanno riconsiderati e devono diventare un’opportunità per un’attività edilizia di riconversione, riuso, ma anche di abbattimento sic et simpliciter da sprigionare, inizialmente a macchia di leopardo, sotto una regia intelligente di urbanisti – siciliani e non – degni del loro titolo accademico e fidando nella competizione virtuosa cui il bello induce quando non è sopraffatto dal brutto. Continua »

    Palermo, Sicilia
  • Quelli nati attorno al 1960…

    “Malizia” al cinema Dante, il diario Vitt, il Supersantos, il San Siro, I tre Campetti, ‘U chian’i l’anca, il Malvagno, ‘U zu’ Totino, i suoi palloni ovalizzati, popolare popolare c’è centu liri ‘a differienza, scavalcare allo Stadio lato ippodromo, il pallone di cuoio a riparare ai Leoni, L’ORA, fare l’ora, Le Ore, ABC e POP, quest’ultimo non serviva per il box delle email ma ci istruiva al “fai da te” e al bricolage, il Collettivo Politico, ciclostilato in proprio, via Principe Belmonte 99, i sette cortei consecutivi contro il carobus di Marchello, il Marsala “Garibaldi” in via Mazzini o alla Taverna Azzurra, la brioscia con la panna a San Domenico, le ficodindia agghiacciate alle Croci, le prime birre alla spina alla Treffpunk, il pingpong all’Endas, gli ambulatori all’Empas, i derby del Cantiere con l’Akragas, lo spareggio perso dal Cantiere Navale per la serie C con il Siracusa, la Juventina, la Bacigalupo, il primo campo in erba dell’Olimpia alla Favorita, i mommi terribili della Favorita e un vigile urbano famosissimo che fermava tutti i motorini che andavano a Mondello, il 125 Primavera e il 50 portato a 91 con il carburatore a trombetta, il Caballero 50 con sei marce che pareva scorreggiasse quando tiravi le marce, il 21/31, la “C” rossa e nera, il 7 circolare destra e sinistra, forse già da allora per par condicio, sul 28 pagare il biglietto per Tommaso Natale e scendevi a Sferracavallo e accanzavi dieci lire, la gita a Ustica per restare due ore e poi ripartire, la gita a Piano Battaglia con il pullman e le prime schiniatine assistimati, lo squillo di telefono che voleva dire sono rientrata a casa richiamami, la prima dichiarazione fatta per telefono, gli anni che a Mondello si prendevano i funghi ma non i porcini, la Targa Florio Munari-Mannucci dalla Lancia Fulvia HF alla Lancia Stratos.
    Sono sicuro che qualcuno vorrà continuare ad aggiungere qualche scatto fotografico rimasto impresso sulla pellicola del tempo, a Palermo, sul filo di una memoria per nulla imbalsamata che ci tiene freschi, giovani e pimpanti come se gli anni fossero volati via lievi lievi…

    Ospiti
  • Il giardino delle rose

    Era estate. Saranno stati 10 anni fa.
    Ho aperto il giornale e ho visto la foto. Una foto tessera. Morto sul colpo, a 42 anni. Sei stato sbalzato fuori dall’auto e sei morto subito. Inutile la corsa all’ospedale, come scrivono in questi casi. Non ho provato niente. Niente di niente. Anzi no, forse ho mormorato “l’eterno riposo”, ma a denti stretti. Forse avevo paura che mi venivi in sogno e ridevi ancora…
    Chissà se, come dicono, mentre morivi hai rivisto tutta la tua vita scorrerti davanti…
    Chissà se ti sei ricordato del giardino…
    Non so come ho fatto, ma prima di rivedere la tua faccia su quella foto, non l’ho ricordato per 25 anni nemmeno io.
    Era un bel giardino con le rose rampicanti, i gelsomini, c’erano gli alberi. Era grandissimo, o, forse, sembrava grandissimo a me che ero piccola.
    Ero piccola.
    E tu lo sapevi che ero piccola. Continua »

    Sicilia
  • Reality ship – ultima puntata

    Cielo al porto di Porticello

    “A mare – mi spiega Guido Agnello –, non si possono mai fare programmi precisi”. Infatti la sosta a Lipari salta, il tempo è inclemente, o forse no, si alternano inverni e primavere che durano pochi minuti e lasciano senza fiato, un attimo e devi disfarti del maglione, l’attimo dopo la temperatura cala di dieci gradi, fra scrosci di pioggia e arcobaleni. Il capitano Nino si collega alla rete attraverso il wireless e verifica su eurometeo la situazione meteorologica, “controllo se c’è vento contrario sul cammino del ritorno” mi spiega.
    Venerdì sera si uniscono a noi i giornalisti Sandra Laudati da Milano e la fotografa Francesca Moscheni, insieme ad Edoardo Camurri che arriva da Roma, il tempo di questi giorni li sorprende, insieme al Liberty, con la sua cucina, il suo servizio impeccabile e la nostra compagnia. Quella che per me è la riscoperta di sapori antichi, per la stampa, per i registi, è nuovissimo. Cambia l’alchimia e l’acciuga – per nominare una degna rappresentante del pesce azzurro – diventa una scoperta. Il sabato mattina alle 4 freschi di sonno, andiamo all’asta del pesce di Porticello, insieme ai giornalisti e ai registi movimentiamo il mercato filmando, chiedendo, osservando, tutti ci domandano “ma state girando un film?. Continua »

    Ospiti
  • Riapre dopo le frane il cimitero dei Rotoli

    Riapre oggi, con l’interdizione di alcune aree interne (e del forno crematorio), il cimitero dei Rotoli che era stato provvisoriamente chiuso al pubblico in seguito alle frane verificatesi dopo le abbondanti piogge. Nelle zone chiuse potranno comunque circolare i mezzi di servizio autorizzati e la navetta che seguiranno un percorso obbligato.

    Palermo
  • Il Piano degli interventi strategici di mobilità sostenibile

    Il 12 novembre 2007, il Comune di Palermo adotta IL PIANO DEGLI INTERVENTI STRATEGICI DI MOBILITÀ SOSTENIBILE.
    Sembra una data storica per Palermo…leggendo questo interessante e corposo Piano si respira già un’altra aria in città. Piste ciclabili, bike sharing, isole ambientali, sistema di trasporto a guida vincolata, pedonalità, fanno entrare Palermo nella costellazione urbana di città che abbiamo sempre invidiato per mobilità sostenibile (vi ricorda niente Ferrara?).
    Dopo una lunga assenza di interventi risolutivi del problema traffico e inquinamento, i muscoli istituzionali sembrano comparire con l’adozione di questo Piano. L’era del “Meglio morire di benzene che di fame” (frase entrata nell’epica palermitana!), pare già lontana.
    Don’t panic, oggi c’è il IL PIANO DEGLI INTERVENTI STRATEGICI DI MOBILITÀ SOSTENIBILE ! Il nostro nuovo super eroe urbano! Ne possiamo andare fieri in Europa. Palermo comincia a familiarizzare con i Piani Strategici. “Strategia”…termine mutuato dal mondo militare per vincere una guerra. E siccome le guerre le fanno le persone, il Piano di mobilità sostenibile sarà l’arma efficace dell’amministrazione per sconfiggere il nemico traffico. Le armi per fare le guerre si comprano e quindi chi mette i soldi per sconfiggere il traffico in un periodo non florido finanziariamente per l’amministrazione? Riflettiamo su dove trovarle! Continua »

    Ospiti
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